Il 15 giugno 1983 Francesca Alinovi, critica d’arte e insegnante al DAMS, viene trovata senza vita nel suo loft bolognese: 47 è il numero di pugnalate inferte alla vittima.
Nota nel suo ambiente per lo stile innovativo e sui generis, Francesca era una figura di spicco nel mondo dell’arte contemporanea italiana degli anni ’80. Fu assassinata la mattina del 12 giugno 1983. Il caso è noto per il mix di passione, arte, fragilità umana e una relazione ambigua che ha portato alla tragedia. Quel delitto fu solo uno dei 4 avvenuti a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro e ricordati come “delitti del dams”. Le indagini si concentrarono immediatamente su Francesco Ciancabilla, giovane pittore con cui Francesca aveva un rapporto complesso, fatto di ammirazione reciproca, tensioni emotive e conflitti. Nonostante non ci fosse una relazione amorosa corrisposta, Francesca provava un forte attaccamento verso il giovane artista, cosa che la rendeva la parte vulnerabile nel rapporto.
Nell’appartamento della vittima, sul muro del bagno, fu trovata una frase in inglese, grammaticalmente scorretta, scritta con una matita da trucco: “Your’re not alone… anyway…” ovvero “non sei sola comunque”. Francesca Alinovi fu trovata sul pavimento. Il tappeto su cui era riversa era interamente imbevuto del suo sangue. L’orologio automatico al polso era fermo alle 17:12. Tracce di sangue furono trovate anche sulla televisione e all’ingresso. Essendo insegnante al DAMS, le indagini si concentrarono sull’ambiente universitario e in particolare su Francesco Ciancabilla, studente dieci anni più giovane di Alinovi con cui, stando agli amici di lei, aveva una relazione sentimentale. Fin da subito Ciancabilla si dichiarò innocente. Dopo una lunga perizia, l’ora del decesso fu stabilita intorno alle 18/19 del 12 giugno, quando Ciancabilla, per sua ammissione, si trovava a casa della donna. Francesca era stata vista dagli amici -per l’ultima volta- Sabato 11 giugno per l’inaugurazione di una mostra con alcuni suoi allievi, tra i quali vi era anche Ciancabilla. Finita l’inaugurazione, passarono il resto della serata a ballare e a fine serata si separarono. Il giorno dopo lei uscì e dal pomeriggio non si seppe più nulla. La Alinovi non si presentò ai vari appuntamenti e il 15 giugno gli amici -preoccupati- chiamarono i vigili del fuoco, i quali, insieme agli agenti della polizia, fecero irruzione nell’appartamento della Alinovi.
Ciancabilla finì al centro di un processo indiziario, senza prove ma con una serie di elementi che, secondo il pubblico ministero, portavano alla sua colpevolezza. Ciancabilla in primo grado fu assolto dai giudici per mancanza di prove. Appena un anno dopo il giudizio viene ribaltato dalla Corte d’Appello, che lo condannò a 15 anni: sentenza successivamente confermata dalla Cassazione. Parallelamente Ciancabilla si diede alla latitanza scappando in Spagna, dove rimase a Madrid sotto falso nome fino al suo arresto nel 1997. Successivamente venne riportato in Italia, dove scontò la sua pena, per poi essere rilasciato nel 2006.
Oggi Ciancabilla ha 64 anni e si definisce artista e insegnante di lingue, espone le sue opere in tutta Italia e all’estero e ha persino dedicato una delle sue opere a francesca; quest’opera fu successivamente esposta in una delle sue mostre.